La collaborazione fra la Fondazione Il Cuore si scioglie e il Libano dura da anni, in virtù dei progetti di adozione a distanza che la Fondazione storicamente sostiene sul territorio libanese attraverso la collaborazione fra Arci e il loro partner libanese Renè Moawad Foundation.
Dopo l’esplosione al porto di Beirut dello scorso agosto, che ha causato oltre 150 morti, migliaia di feriti e centinaia di migliaia di sfollati, la Fondazione Il Cuore si scioglie – info www.ilcuoresiscioglie.it - ha deciso di mettere a disposizione un contributo di 50.000 euro per sopperire ai bisogni primari dei cittadini di Beirut.
L’iniziativa della Fondazione si articola in un contributo di 25.000 euro al partner di Arci Toscana in Libano “Renè Moawad Foundation”, mentre altri 25.000 vengono destinati ai Francescani in Terra Santa attraverso la Fondazione Giovanni Paolo II.
Lo stanziamento della Fondazione Il Cuore si scioglie verrà utilizzato per soddisfare le esigenze primarie di cibo e cure delle persone che hanno perso casa e reddito a causa dell’esplosione, con una particolare attenzione al supporto psicosociale per i bambini, alla scuola e alle attività per i più giovani.
Parallelamente, la Fondazione Il Cuore si scioglie e l’Università di Firenze attraverso lo spin off DiaCon srl, spin-off specializzato in servizi per la diagnostica del patrimonio architettonico mediante l’utilizzo di metodologie e tecniche innovative e nel progetto di conservazione del patrimonio artistico e monumentale, si impegnano per realizzare un progetto di recupero del convento di San Giuseppe, edificio di interesse storico artistico che si trova a 800 metri dal porto ed è stato gravemente danneggiato e reso inagibile dall’esplosione.
La Fondazione coprirà le spese di mobilità e eventuali indagini diagnostiche specialistiche, mentre lo spin-off DiaCon, operando all'interno del ruolo e dei temi specifici della Terza Missione dell'Università di Firenze, si impegna a elaborare gratuitamente un progetto di restauro del convento, anche nell’ottica di reperire ulteriori finanziamenti per l’intervento operativo. Il progetto infatti sarà interoperabile e metterà in collegamento tecnici libanesi e esperti dell’Università di Firenze.
In questo modo la Fondazione si impegna per dare un supporto immediato per le necessità imminenti di quanti si sono trovati senza casa e senza risorse, senza cibo, medicinali, acqua ed energia elettrica dopo l’esplosione e sostiene una idea di rinascita della città di Beirut, attraverso il progetto di restauro di un bene artistico fondamentale per la città, che è anche luogo di incontro e aggregazione. L’intervento ha infatti un duplice valore: sociale e culturale. Oltre a dare risposta alle prime necessità di Beirut, segnalate dalle associazioni legate a Arci Toscana e ai Francescani in Terra Santa, l’intervento di sostegno a bisogni primari di bambini e cittadini di Beirut si arricchisce di un ulteriore contributo, quello di DiaCon, per promuovere una idea di ripartenza della città.
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